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La nuova manovra colpirà impietosamente soprattutto i Comuni del Sud

lentepubblica.it • 4 Novembre 2014

Sud: gli enti locali soffriranno ancora di più. A quanto pare, la nuova manovra colpirà impietosamente soprattutto i Comuni del Sud

Un vero e proprio scambio tra tagli e forti sconti sugli obiettivi del Patto di stabilità, con un piccolo particolare: laddove i primi sono certi, per accedere ai secondi bisognerà avere risorse da spendere. Cosa, questa, un po’ difficile in tutte le realtà comunali per via della nuova contabilità che ‘impone’ di accantonare fondi a copertura dei crediti di dubbia esigibilità. E’ questa la fotografia scattata dal Sole 24 Ore di oggi sulla legge di Stabilità 2015 che, nella sua applicazione pratica, andrà a penalizzare in modo differenziato i Comuni, generando meno spesa corrente, soprattutto al Sud, e più investimenti, in particolare al Nord.

Il quotidiano di Confindustria evidenzia come per sedersi al tavolo del maxi sconto da tre miliardi sul Patto di Stabilità, bisogna passare prima attraverso il taglio complessivo di 1,5 miliardi (1,2 della manovra 2015 e 300 milioni delle ultime spending review); e poi la riforma della contabilità che obbliga i Comuni a congelare in bilancio una quota di risorse proporzionale alle mancate riscossioni degli ultimi cinque anni.

Qui si apre una vera e propria forchetta, visto che i capoluoghi incassano ogni anno il 66,5% di tasse e delle tariffe che mettono a bilancio. Ma al Sud la percentuale scende fino ai record negativi di Vibo Valentia, Trapani o Palermo dove le riscossioni si fermano al 44-45 per cento.

Il risultato è che saranno fuori degli sconti la maggioranza delle città del centro-Sud, dove la riscossione zoppica; mentre si avvantaggeranno città come Siena, Pavia, Bologna, Modena e altri capoluoghi del centro-Nord, dove la macchina della riscossione funziona e il fondo di garanzia è leggero o nullo.

Ma visto che dal secondo anno le regole del fondo salva crediti diventano più severe ampliando le risorse da congelare, nel 2016 avranno difficoltà anche Milano o Prato. Città che – spiega l’articolo – pur avendo tassi di riscossione pari o superiori alla media mostrano in proporzione fondi molto più alti perché hanno già avviato la sperimentazione, e quindi devono seguire le regole a regime.

 

 

FONTE: ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani

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